Dott.ssa Marchitelli Emanuela

Progettazione di giardini, verde pubblico e consulenze agronomiche.

 

LA PRIMAVERA SI COLORA DI ROSA

Dott. Agr. Emanuela Marchitelli


Il rosa sembra essere proprio il colore della primavera grazie ad uno splendido alberello che abbellisce le piazze e i parchi delle nostre città. Si tratta dell’ALBERO DI GIUDA che in primavera sicuramente non passa inosservato per i numerosi fiori rosa brillante.

Impariamo a riconoscerlo in tutte le stagioni. In primavera appaiono i fiori rosa, riuniti in gruppo, prima dell’emissione delle foglie. In estate si presenta ricoperto di foglie cuoriformi. In autunno produce baccelli (frutti) rossastri che persistono sull’albero per tutto il periodo invernale, contenenti numerosi e piccoli semi.


L’Albero di Giuda, chiamato così perché la sua fioritura ricade nel periodo pasquale, appartiene alla famiglia delle Leguminose (per intenderci la stessa famiglia di fave, fagioli, piselli) e viene riportato generalmente con il suo nome scientifico Cercis siliquastrum L. (il nome scientifico delle piante è paragonabile al nostro cognome e nome che ci permettono di identificare l’appartenenza di una persona ad una famiglia; quindi quando parliamo di piante, inseriamo sempre il loro nome scientifico in modo da essere sicuri che ci stiamo riferendo a quella determinata pianta).

E' ampiamente coltivato per il notevole valore ornamentale così come per il legno duro e finemente venato, utilizzato in piccoli lavori di artigianato.
Chi volesse avere in giardino questo alberello lo può piantare ad ottobre oppure a marzo-aprile. Per facilitare la coltivazione di seguito vi fornisco alcuni suggerimenti sulle esigenze colturali di questa specie.

Cresce bene in pieno sole ed in luoghi riparati in quanto è sensibile alle basse temperature. Non teme la siccità, vegeta facilmente anche in substrati rocciosi e tollera abbastanza gli inquinanti atmosferici, adattandosi facilmente agli ambienti urbani. All’inizio dell’estate bisogna tagliere i rami danneggiati dal gelo per dare forma agli alberelli giovani. Ha tendenza ad emettere polloni radicali.


Vi segnaliamo la presenza sul mercato di nuove varietà a fiore bianco.

PELARGONIUM

Dott. Agr. Anna Ruggiero

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Nell'abbellire i nostri balconi, le nostre terrazze, e le nostre piazze molto diffuse sono le specie appartenenti al genere Pelargonium comunemente note come geranio, anche se il termine "Geranio" si utilizza scientificamente per le specie del genere Geranium, fam. Geraniacee.

Genere Geranium originario del Nord-Europa e del Nord-America,

Genere Pelargonium originario del Sud-Africa.

Il genere Pelargonium comprende piante erbacee con foglie palminervie, reniformi, pelose e profumate al tatto tanto che, alcune specie (P. radula, o geranio rosa), oltre che per la bellezza dei fiori sono utilizzate per l'estrazione di un olio etereo utilizzato per la produzione di profumi. I fiori sono riuniti in infiorescenze ad ombrella. Il nome scientifico " Pelargonium" deriva dalla somiglianza del prolungamento del frutto con il becco di una cicogna, in greco pelargòs.

Il Pelargonium gode di una lunga stagione di fioritura (da aprile ad ottobre).

Si divide nei seguenti gruppi:

- P. zonale;

- P. peltatum con fusti sottili che durante il periodo di fioritura danno vita a splendide cascate di fiori;

- P. odorantissimum particolarmente profumata, ha fiori piccoli e poco appariscenti ma è provvista di foglie molto odorose, una pecularietà questa che si rivela molto utile come deterrente per le zanzare;

- P. grandiflorium o gerani imperiali, si tratta di piante di grandi dimensioni dai fiori leggeri.

Teme il gelo e per mantenere accesa la piacevole fragranza di queste piante non si deve eccedere mai con le bagnature e le concimazioni.

I pelargoni amano l'esposizione al sole del mattino o del tardo pomeriggio poiché il sole forte di mezzogiorno viene mal sopportato, tranne che nelle località fresche come ai monti.

L'irrigazione è molto importante: le piante vanno bagnate quando il terriccio è asciutto, facendo attenzione a non bagnare anche le foglie. Ogni cinque annaffiature circa è bene somministrare, sul terriccio già bagnato, un concime a base di fosforo. Annaffiature eccessive possono provocare ingiallimento e marciumi alle foglie e alle radici e aprire le porte alle malattie fungine. Per combattere i parassiti fungini, vanno eliminate tempestivamente le foglie e i fusti colpiti, sostituendo il terriccio e allontanando le piante malate da quelle sane.

Le specie del genere Geranium invece, sono specie che sopportano egregiamente il freddo, si coltivano in piena terra dove raggiungono anche 50 cm di altezza e fioriscono tra giugno e settembre. Una delle specie presenti in Italia è il geranio dei prati (G. sylvaticum), frequentissimo nei prati e nei boschi delle nostre montagne; ha foglie palmate, a 5-7 divisioni oblunghe e fiori vistosi di colore rosa-lilla. Altre specie nostrane sono il G. robertanium (o cicuta rossa) e il G. molle caratterizzato da "zone" più chiare e più scure sulle foglie, fusti grossi e legnosi e fiori a "palla", particolarmente compatti.


DENTE DI LEONE


Dott. Agr. Ornella Lopedota

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Taraxacum officinale Weber è detto comunemente soffione, dente di leone, stella gialla, bruciocchi, ingrossaporci, girasole selvatico, cicoria selvaggia, cicoria burda, bofarella, piscialetto o bugia. La leggenda vuole che la pianta nasca per opera di Elios quando di mattina percorre il cielo con il suo carro solare, ogni raggio si trasforma in fiore; esso, infatti si schiude presto la mattina per chiudersi al tramonto.


Il nome Taraxacum deriva dal greco taraxis che significa “guarisco” con allusioni alle proprietà medicinali della pianta alle quali fa riferimento anche il nome specifico.


Dove si trova
T. officinale, della famiglia delle Asteracee si trova pressoché in tutto il mondo. Il centro di origine è l’Asia centrale ed occidentale.


Caratteristiche morfologiche
Piante perenni e rustiche sono alte sino a 60 cm. Le foglie, tutte in rosetta possono avere forma varia, generalmente sono dentate o lobate ma anche liscie non dentellate, con picciolo sempre evidente. I fiori, ermafroditi, di colore giallo dorato, riuniti in grandi capolini solitari. La radice è una tipica radice a fittone, contenente abbondante lattice amarognolo, che penetra profondamente nel terreno.


Uso commestibile

Il T. officinale è ben conosciuto dai gastronomi per l’ottima insalata che si ottiene dalle sue foglie.
Le foglie lessate costituiscono un ottimo ingrediente per risotti o come contorno. Le giovani foglie sono meno amarognole delle foglie adulte. Prima che la pianta fiorisce le foglie possono essere aggiunte alle insalate; quando invece la pianta si presenta già fiorita e la consistenza fibrosa delle foglie è maggiore, è consigliabile cuocerle in pochissima acqua, per evitare che le sostanze minerali siano allontanate con l’acqua in eccesso.
I boccioli dei fiori si conservano sottaceto come i capperi e possono essere trasformati anche in eccellenti canditi.


Uso medicinale

Il T. officinale è una delle erbe più note e diffuse nell’ambito della medicina popolare.
E' considerato un potente depurativo naturale che aiuta ad eliminare le sostanze tossiche accumulate, aiutando così l’organismo, soprattutto nel passaggio di stagione dall’inverno alla primavera, dando sollievo immediato al fegato, che ne trae una preziosa ricarica di energia. A tale scopo la massima attività è posseduta dalle radici e dalla zona del colletto. Secondo la medicina cinese il fegato fa sentire la sua influenza sugli occhi, sulla loro luminosità e limpidezza; per essi il T. officinale è una vera cura di bellezza. Infatti, per le varie proprietà depuratrici che svolge all’interno dell’organismo esso rappresenta indirettamente un buon presidio cosmetico poiché la funzione detossificante si riflette sulle pelli impure e malsane rendendole fresche e luminose.
Il succo fresco o l’infuso fresco ha applicazione cosmetica come lozione per schiarire le efelidi e macchie della pelle.
E' molto ricco di vitamina A, inoltre il succo lattiginoso delle piante contiene altre vitamine, quali la vitamina B, K e P, oltre a componenti proteiche e minerali come Mg, Mn, K, Ca, P, Na.